L'Architetto Rota e la Fabbrica del Carnevale
Italo Rota, architetto milanese di fama internazionale, si è occupato dell’allestimento dei più importanti musei parigini, dal Musée d’Orsay al Centre Pompidou, dalle nuove sale della Scuola Francese della Cour Carré del Louvre all’illuminazione di Notre-Dame. Ha progettato una serie di alberghi di lusso sparsi in tutto il mondo e a Milano, tra le altre cose, si è occupato della progettazione del Museo del Novecento. È stato inoltre responsabile del progetto per il padiglione del Kuwait a Expo 2015. Italo Rota ha vinto i premi più prestigiosi del suo settore, tra cui la Medaglia d’Oro all’Architettura Italiana per gli spazi pubblici e per la cultura e il tempo libero, il Landmarks Conservancy Prize di New York e il Grand Prix de l’Urbanisme di Parigi.
Per la Fabbrica del Carnevale l’architetto Rota ha scelto di articolare, partendo dal carnevale, tutte le nuove destinazioni funzionali del complesso edilizio che, nei vari corpi di fabbrica oggetto d’intervento, ospiterà Il Museo della Città del Carnevale all’interno del quale ci saranno zone Espositive con spazi dinamici caratterizzati da apparati canonici e strumenti tecnologici innovativi. Inoltre sono previsti un laboratorio Creativo, un hub della mobilità sostenibile, una caffetteria e un’accademia Club del Jazz (Casa della Musica).
L'EDIFICIO
Il percorso interno della Fabbrica non si interseca mai. È una spirale che torna sui suoi passi e che permette al visitatore di creare la propria esperienza personale mentre percorre l’edificio e si immerge nella scenografia che lo caratterizza.
Il livello -1 del complesso sarà dedicato all’accademia e club della musica jazz con un’area dedicata al ristoro e spettacolo. Previsto inoltre uno spazio polifunzionale con laboratori (compresi quelli del riciclo “costruiamo insieme un carro per il futuro: tra arte, robotica e meccanotronica), esposizioni e intrattenimento pensato per il Carnevale.
Il livello 0, quello che si affaccia su corso Matteotti, prevedrà un bookshop, un ciclo parking destinato al bike sharing e un centro noleggio bici a pedalata assistita , l’area ristorazione, accademia della musica. Ci si accederà, con la bici o a piedi, da corso Matteotti. Darà accesso anche al prato in pendenza, le cui gradinate sono state pensate per il pubblico che assisterà ai piccoli spettacoli.
Il livello 1 sono posizionati i “display in (e)motion” che fungeranno da rete spaziale del piano. Le “light box” accoglieranno invece “la memoria dei fanesi legate al carnevale. Ci conserveremo le foto di famiglia, i super8, i ricordi della collettività”.
Saranno protagoniste dello spazio espositivo le cinque installazioni artistiche, opera dello stesso architetto Rota e organicamente legate all’architettura del nuovo ambiente museale.
1) Vitruvium transfert: una torre dei venti vitruviana
Imponente e a pianta quadra, la torre che si sviluppa in un unico volume dal piano interrato fino alla sommità dell’edificio, con una altezza pari a circa 4,5 metri. La soluzione prevede l’ingresso dell’aria dalla torre del vento, la quale viene convogliata fino al piano interrato. Dal piano interrato il flusso d’aria risale verso la sommità dell’edificio, attraversando il volume espositivo e apportando benefici per il comfort degli occupanti, per fuoriuscire infine mediante delle aperture meccanizzate poste sulla copertura del “magic cube”.
2) Magic White Cube:
E' uno spazio interno cubico a tripla altezza di 12 metri. La percezione sarà di entrare all’ interno di unico volume, un percorso che attraversa un grande carro di carnevale. Un interno costituito da macchine mobili, scene e spazi allestiti che rimandano alla movimentazione ed animazione dei carri carnevaleschi. La nuova installazione è intesa come stanze, volumi e percorsi sospesi e percorribili realizzati con carpenteria metallica, e tamponamenti in legno, pannellature piene o luminose sospese forme evocative e suggestioni degli eventi carnevaleschi.
Fotografie e testi verranno visualizzati in box a parete retrolluminati, mentre gli oggetti saranno inseriti in vetrine trasparenti autoilluminanti.
3) Lighiting walls
La luce accompagnerà in un viaggio emozionale il pubblico de “La Fabbrica del Carnevale” , all’ interno del magic cube sono predisposte tre pannellature , pareti con fronte luminoso a tutta luce.
Tali elementi si configurano come vere e proprie sculture luminose che permettono l’ illuminazione tecnica e scenografica dello spazio principale. Tre elementi di dimensioni 5 x 4 metri, 5 x 4 metri e 7 x 5 metri, capaci di creare scenografie luminose ed artistiche programmabili, determinare il “ colore” dello spazio magic cube ed interagire con lo spazio eventi e spettacoli del piano-1. Sorte di quinte scenografiche cangianti ed in movimento che di per se creano una scena spettacolare dello spazio.
4) Bio-building machine: (elementi ed installazioni di sostenibilità energetico ambientale)
Una serra bioclimatica funzionale e innovativa. Aderente al fronte sud dell’edificio, una facciata ventilata con intercapedine si configura come vera e propria macchina climatica . Una macchina ambientale in ferro e vetro che copre la superficie verticale della facciata interna , dove luce ed aria permettono la crescita e produzione di specie vegetali commestibili utilizzando la medesima acqua derivata dalle canalizzazioni piovane. Una struttura funzionale ma caratterizzata da particolari visivi ed artistici nell’ utilizzo degli elementi naturali e vegetali configurandosi come vero e proprio “oggetto fantastico” capace di suscitare emozioni alle persone che lo percorrono. Questo sistema ha come parte integrante il vuoto centrale della torre vitruviana, un camino naturale che permette tramite scambi termici e movimenti dell’ aria convogliata di contribuire al benessere termico ambientale degli spazi interni.
5) Front, street installation: (facciata Corso Matteotti )
La facciata dell’edificio fronte strada corso Matteotti è caratterizzata da vetri tridimensionali colorati con conformazione ‘a bolla’, volti a catturare l’attenzione ed a visualizzare già dall’esterno lo spirito comunicativo delle installazioni interne.
Le finestrature con vetri basso emissivi a geometria tridimensionale catturano la luce e creano un effetto diffondente delle immagini e delle riflessioni luminose vicendevolmente, dall’ esterno verso l’ interno.
Gli elementi della natura saranno inseriti per conferire “benessere ambientale”. Via allora a: un’aerazione naturale, fondata sul ruolo centrale della “torre dei venti”; ai pannelli solari collocati sul tetto dell’edificio; alla facciata verde “bioclimatica”, soluzione che consente massima funzionalità contenendo interventi impiantistici e consumi; alla trasformazione in prato-giardino nella corte interna del complesso in cui sedersi e ammirare la facciata in vetro che scivola sui due livelli della struttura; alla collocazione del sistema antincendio a lama d’acqua; alla serra in cui saranno coltivati i prodotti della terra che troveremmo a pochi chilometri dal centro città, una sorta di orto verticale che fungerà anche da camino climatico.